Scopri il mondo fluorescente dell'oceano in immersione notturna | National Geographic

2023-02-22 17:51:12 By : Mr. Peter Zhao

Queste esperienze caleidoscopiche ci aiutano a conoscere meglio i nostri mari e a proteggerli. Ecco perché e dove provarle!

Un esemplare di Scyliorhinus retifer, una delle 200 specie di animali marini che presentano il fenomeno della biofluorescenza, risplende di colore verde fluo nelle profondità del mare vicino alla costa della California. Esperienze straordinarie di immersione come questa aiutano gli scienziati a conoscere meglio e a proteggere la vita sottomarina, e ora sono accessibili anche ai viaggiatori.

Dalle escursioni in paddle su acque scintillanti ai festival dedicati alle lucciole, gli amanti della natura girano il mondo alla ricerca di esperienze dedicate alla bioluminescenza.

Ma questo affascinante fenomeno, più frequente in estate, non è l’unico spettacolo di luci messo in scena dallo straordinario mondo animale.

Alcuni viaggiatori stanno scoprendo il vasto panorama della biofluorescenza che l’oceano – spesso segretamente – ci offre: un paesaggio marino in cui i pesci risplendono in colori verde lime, i coralli ondeggiano con le loro tonalità fluo e i cavallucci marini, dalla livrea verde cangiante, sembrano quasi degli extraterrestri.

Di che si tratta? Parliamo delle immersioni per ammirare la fluorescenza, un’attività un tempo riservata ai biologi marini. “È come trovarsi su un altro pianeta”, spiega Alisha Postma, esperta di questo tipo di immersioni e co-fondatrice del blog per sub Dive Buddies 4 Life.

Come molti fenomeni marini, la biofluorescenza sembra appartenere a un altro mondo. Oltre l’80% dell’oceano è ancora inesplorato e secondo la NASA abbiamo più informazioni sulla superficie lunare che sui nostri fondali marini. E siamo solo alle prime fasi della conoscenza di argomenti come la biofluorescenza negli oceani.

Gli scienziati hanno cominciato a occuparsi di questo fenomeno negli ultimi 10 anni, spiega il biologo marino, nonché National Geographic Explorer, David Gruber. Gruber ha raggiunto diversi traguardi in questo ambito, tra cui uno studio del 2019 sul modo in cui gli animali creano questi effetti luminosi con molecole precedentemente sconosciute alla scienza. Nel 2014 ha lavorato a uno studio che dimostra che la biofluorescenza è diffusa in oltre 200 specie di pesci. La sua ricerca ha mostrato anche che alcuni squali e addirittura alcuni rettili, tra cui le tartarughe marine, dispongono della capacità di brillare al buio, una rivelazione straordinaria che è stata definita una delle 20 scoperte più importanti del National Geographic nei primi dieci anni del nostro secolo.

Secondo Gruber, le escursioni di immersione e snorkeling alla scoperta della fluorescenza permettono di ammirare in modo completamente diverso anche i reef e i siti di immersione più noti. “Anche chi pensa di aver visto l’oceano e di conoscerlo bene rimane folgorato”, spiega il biologo, facendo notare però che questo sguardo “dietro le quinte”, nonostante i suoi fantastici colori, non è pensato solo per stupire i nostri occhi. “Questi animali stanno condividendo con noi un segreto”, racconta, ed è nostra responsabilità usare questa conoscenza per proteggerli.

La logistica di un’immersione notturna è piuttosto semplice: “Indossi una maschera gialla, accendi la tua luce blu e, improvvisamente, soprattutto lungo una barriera corallina, tutto si illumina”, racconta Gruber. Il “perché” ciò accade è un po’ più complesso.

Così come gli animali percepiscono il mondo in modo diverso attraverso l’udito – basti pensare ai pipistrelli che comunicano soprattutto con frequenze al di sotto del nostro spettro uditivo – allo stesso modo anche la loro percezione visiva è diversa dalla nostra.

Sotto la luce bianca, questo pesce della famiglia dei Tripterygiidae appare arancione. Ma sotto la luce blu e con un filtro giallo applicato a una fotocamera per rilevare la fluorescenza, appare di uno straordinario color rosso.

Dettagli di pesci visti attraverso un filtro applicato a una fotocamera per rilevare la fluorescenza.

Grazie alla biofluorescenza, le lunghezze d’onda della luce blu raggiungono la superficie di un animale e vengono quindi emesse come un colore diverso, in genere tonalità molto accese di verde, arancione e rosso. Si differenzia dalla bioluminescenza, cioè il fenomeno per cui alcuni animali (come le meduse o le lucciole) generano loro stessi la luce tramite una reazione chimica.

L’oceano aggiunge un livello di complessità a questo fenomeno. L’uomo può vedere la luce nelle sfumature di rosso, verde e blu, ma la nostra visione sott’acqua vacilla. Via via che ci addentriamo nelle profondità oceaniche, alcune lunghezze d’onda dei colori nello spettro della luce visibile vengono escluse. A circa 6 metri, il rosso sparisce. Superati i 30 metri praticamente tutto appare blu e verde fino a quando, a circa 900 metri di profondità, si raggiunge la cosiddetta zona batipelagica, dove la luce non arriva. 

Molti animali marini che vivono più vicino al fondale hanno sviluppato filtri gialli sugli occhi che li aiutano a individuare la biofluorescenza in altri pesci. L’uomo invece ha bisogno di un’attrezzatura speciale, come maschere con filtri gialli e luci blu da immersione, per ammirare queste creature che splendono nei loro colori caleidoscopici sott’acqua.

Le immersioni per ammirare la fluorescenza possono sembrare un’attività esotica, ma sono sempre più diffuse nei centri di immersione in tutto il mondo, secondo Eric Albinsson della Professional Association of Diving Instructors (PADI), autorità a livello globale in questo settore. L’esperto spiega che qualunque luogo con “mari tropicali e coralli sani” è perfetto per questo tipo di esperienza. A differenza della bioluminescenza, che è più comune in estate, la biofluorescenza può essere ammirata tutto l’anno.

Senza un filtro giallo per bloccare la luce blu, l’uomo non sarebbe in grado di ammirare i colori fluo di questo corallo del Mar Rosso.

L’unico requisito per questo genere di immersioni è la certificazione PADI per il mare aperto, e il corso speciale per immersioni notturne offerto dall’organizzazione garantisce un elevato livello di sicurezza in queste condizioni di oscurità. Quanto meno, sarebbe meglio provare innanzitutto alcune immersioni notturne con le normali torce luminose (sia per ragioni di sicurezza che di protezione delle specie fragili). “Non è il caso di salire e scendere continuamente disturbando l’habitat del fondale marino”, spiega Postma, che ha affrontato numerose spedizioni subacquee alla ricerca della fluorescenza al largo di Bonaire, un’isola dei Caraibi.

Bonaire, famosa per le sue barriere coralline sorprendentemente sane (ma sempre più minacciate), è sempre più nota come uno dei siti migliori per questo tipo di immersioni. Secondo il PADI, è stata una delle primissime destinazioni a offrire questo tipo di esperienza ai sub amatoriali. Lars Bosman della società Buddy Dive Resort con sede a Bonaire spiega che questa attività permette ai sub di vedere creature che normalmente non si riescono ad ammirare durante il giorno, come anemoni o pesci che si muovono sulla sabbia e si nascondono nel fondale marino. Uno studio eseguito in Australia mostra che le specie più abili nel mimetizzarsi – detti anche appunto pesci mimetici – hanno il 70% di probabilità in più di presentare biofluorescenza, rispetto alle creature più visibili.

Il biologo marino David Gruber ha notato per la prima volta la biofluorescenza nei pesci quando una murena verde (simile a quella raffigurata qui) è apparsa nelle immagini che lui e i suoi colleghi stavano scattando a un corallo biofluorescente.

Negli ultimi anni, destinazioni come la Thailandia e le Maldive grazie allo snorkeling hanno reso accessibile questa colorata esperienza anche a chi non pratica le immersioni. “Alcuni reef nelle Maldive si trovano in acque abbastanza basse, quindi lo snorkeling può regalare esperienze straordinarie tanto quanto le immersioni”, spiega Ahmed Mujthaba, proprietario di Mujavaz Scuba and Travels. Mujthaba fa notare che la distanza dall’inquinamento luminoso rende le tonalità biofluorescenti ancora più vivide.

Dopo un’esperienza di questo tipo, tutti – da chi fa snorkeling per la prima volta ai biologi marini più esperti – sono portati a farsi nuove domande sull’oceano. “È come un romanzo giallo del mistero che si infittisce sempre di più”, prosegue Gruber, che ha notato la biofluorescenza per la prima volta nei pesci quando ha individuato una murena verde durante una ricerca fotografica su un corallo biofluorescente. Nel corso dell’ultimo decennio, gli scienziati hanno riscontrato prove della biofluorescenza in oltre 200 specie di pesci, comprese due specie di squali bentonici e le tartarughe marine. Ma a causa delle pochissime ricerche su come e perché questi animali marini risplendono, gli scienziati hanno più domande che risposte. Le teorie probabili sugli usi della biofluorescenza includono l’intercomunicazione tra specie, la ricerca del partner, la mimetizzazione per sfuggire ai predatori e la caccia alle prede.

Un liparide variegato, la prima specie a mostrare biofluorescenza nell’Artico, si illumina sia di verde che di rosso, un raro esempio di biofluorescenza multicolore nello stesso animale.

Per provare a risolvere alcuni di questi misteri e comprendere meglio il ruolo della luce, Gruber e il suo team hanno creato videocamere che imitano gli occhi degli animali marini biofluorescenti, per guardare il mondo dal loro punto di vista. Quando hanno scoperto la biofluorescenza negli squali bentonici, hanno creato una videocamera dotata di filtri speciali per simulare il modo in cui la luce arriva ai loro occhi. Il risultato è stata la scoperta di due importanti informazioni: questi squali vedono la biofluorescenza verde emessa da loro stessi e sono in grado di aumentare il contrasto dei loro motivi fluorescenti.

Questa ricerca non è importante solo dal punto di vista scientifico, ma apre la strada ad attività di conservazione più intelligenti. Dopo tutto, più conosciamo le creature marine, meglio possiamo proteggerle.

ECCO ALCUNI DEI SITI MIGLIORI PER AMMIRARE LA BIOFLUORESCENZA DELL’OCEANO Florida: Il centro sub Pura Vida Divers vicino a West Palm Beach offre tutto l’anno immersioni notturne a tema, comprese quelle alla scoperta della fluorescenza. Bonaire: Immergetevi nello straordinario mondo della fluorescenza a Bonaire, con un tour del Buddy Dive Shop, che organizza uscite tutto l’anno. Thailandia: Blue Horizon Divers effettua immersioni e tour di snorkeling alla scoperta di questo fenomeno da Ko Pha-Ngan, un’isola nel Golfo del Siam. Maldive: Nelle Maldive Mujthaba coordina spedizioni subacquee, comprese le immersioni in cerca della fluorescenza, con Mujavaz Scuba and Travels. Blue Journeys presso il Park Hyatt Maldives organizza immersioni e tour di snorkeling lungo il reef della proprietà.

La National Geographic Society, impegnata a illuminare e proteggere le meraviglie del nostro mondo, ha finanziato il lavoro di David Gruber. Stephanie Vermillion è una giornalista specializzata in viaggi ed esperienze all'aria aperta, è inoltre regista e fotografa. 

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.

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